Termografia Attiva - Caso di studio

29 feb 2024

La termografia attiva è un’indagine termografica condotta in uno stato di transizione termica, generalmente da freddo a caldo (in accumulo) ma anche viceversa (in rilascio). 

Scaldando uniformemente una struttura è possibile osservare il comportamento termico dei materiali che la compongono, i quali aumenteranno la propria temperatura con tempi e modi diversi in funzione della loro inerzia termica. Ciò consente di analizzare il dinamismo termico di “facciata” per fare considerazioni su ciò che accade sotto lo strato superficiale, in edilizia per esempio si osserva ciò che si manifesta sotto l’intonaco.

Con la termografia attiva è possibile evidenziare molto bene la trama muraria ma anche eventuali difetti non ancora visibili come ad esempio crepe nella muratura e distacchi d’intonaco. L’aria che va a riempire questi spazi ha una bassissima inerzia termica, si scalderà molto più velocemente e sarà visibile come “zona calda”, la sua sagoma ci suggerirà di cosa si tratta.

La termografia attiva non si utilizza solo in campo edilizio ma anche, ad esempio, sui materiali compositi come la fibra di vetro degli scafi, la fibra di carbonio etc. In questo caso sarà possibile individuare difetti come stratificazione, porosità, scollamento etc.

Per accelerare il processo di accumulo e dare maggiore contrasto ai fenomeni che si desidera osservare si utilizza l’irraggiamento solare se possibile o quello di lampade riscaldanti a infrarossi se si lavora ad esempio in spazi interni.

Per poter sfruttare al meglio i vantaggi offerti dalla termografia attiva è sempre meglio dotarsi di una termocamera dotata di una elevata sensibilità termica (NETD) e di un sensore alta risoluzione capace di offrire immagini con un gran numero di pixel sul difetto che si vuole osservare.

Pianificare meticolosamente il lavoro è alla base del successo di una campagna termografica attiva, come nell’esempio qui di seguito, in cui l’Arch. Guido Roche dello studio Architecno srl ci descrive passo passo l’ispezione eseguita con una termocamera Hikmicro modello G61.

L'indagine

Obiettivo dell’indagine: Individuazione distacchi dei copriferri di facciata

Localizzazione: Lido di Jesolo

 

Condizioni Ambientali: Giornata di pieno sole, con temperatura di circa 12°C ed UR del 65%

Apparecchiatura utilizzata: Hikmicro G61 con ottica standard

Irraggiamento: costante sui fronti oggetto di indagine

 

Modalità di esecuzione: la campagna di indagine è stata effettuata in modalità attiva, acquisendo le immagini termiche in fase di irraggiamento. La battuta termografica è iniziata in modalità passiva, prima dell’inizio dell’irraggiamento sui prospetti, per poi effettuare, sui medesimi prospetti, l’indagine in modalità attiva analizzando il transitorio termico. I distacchi dei copriferri sono stati individuati in fase di primo riscaldamento solare, sfruttando il potere coibente dell’aria all’interno della porzione distaccata. Durante la fase di riscaldamento le porzioni dove il copriferro è ben aderente alla muratura risultano essere più fredde in quanto il calore assorbito dalla muratura in fase di riscaldamento, per conduzione, si trasferisce all’interno della struttura stessa. In caso di distacco, invece, a pari calore fornito sulla superficie, le zone distaccate appaiono più calde in quanto il calore viene fermato sulla superficie per effetto del potere coibente dell’aria racchiusa all’interno della porzione distaccata.

Risultati ottenuti: Si riportano, di seguito, alcune delle immagini termiche che sono state generate all'interno del progetto, dove sono evidenziate le porzioni distaccate che, all’infrarosso termico, appaiono come più calde.

I difetti riscontrati sono indicati dalle frecce blu sulle immagini radiometriche.

Conclusioni: L’indagine ha consentito di individuare in maniere molo nitida le porzioni distaccate dei copriferri grazie alla grande risoluzione termica della termocamera impiegata. Le indagini sono state acquisite con ottica standard. Durante la battuta è stata impiegata anche una lente grandangolare per consentire di apprezzare, con grande velocità le anomalie termiche sui prospetti indagati. La grande risoluzione termica unita alla frequenza di acquisizione ha consentito di individuare le anomale termiche anche impiegando una lente grandangolare.

La Serie Gx1

La termografia attiva è quindi utile nella ricerca di difetti non visibili in campo edilizio. Grazie a questa tecnica ispettiva è possibile infatti rilevare possibili anomalie in anticipo e intervenire prima che queste si tramutino effettivamente in danni non solo all’edificio ma anche alle persone. Inoltre, un intervento precoce permette di ridurre sensibilmente i costi di ripristino, operando in modo mirato e circoscritto nelle zone in cui l’operatore termografico ha individuato possibili problematiche.


Grazie all’alta risoluzione e all’alta sensibilità termica, le termocamere HIKMICRO sono ideali per questo tipo di attività: nel caso di studio di cui abbiamo parlato, il modello G61 si è rivelato uno strumento perfetto per le finalità dell’indagine. Il sensore termico da 640x480 abbinato a una lente standard ha velocizzato le ispezioni in facciata anche a elevate distanze, grazie a un congruo rapporto tra risoluzione e campo visivo. Laddove invece è stato necessario, l’integrazione dello strumento addizionale teleobiettivo si è rivelato fondamentale per visualizzare le aree critiche con maggiori dettagli.

Hikmicrotech.com desidera utilizzare cookie analitici e altre tecnologie di tracciamento simili ("Cookie") per aiutarci a migliorare il nostro sito web. I cookie raccolgono informazioni in un modo da non identificare direttamente l’utente. Per ulteriori informazioni sui cookie che utilizziamo, consulta la nostra cookies policy qui.

Accetta
Rifiuta
Gestisci i Cookie
Online Service
Contact Sales
Become a Dealer
Technical Support
Where to Buy
close